La locanda delle marionette by Franco Sorba

La locanda delle marionette by Franco Sorba

autore:Franco Sorba [Sorba, Franco]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Giovane Holden
pubblicato: 2020-11-14T23:00:00+00:00


8

Esco in giardino. Il sole autunnale mi scalda il volto. Posso guardarlo a occhi aperti. È un vantaggio riservato solo a chi non ha più la vista. Toccando con le mani le sedie, i tavoli, i muretti, imparo a memoria i percorsi che devo compiere tutti i giorni. Li faccio e li ripeto, ogni tanto inciampo in una sedia, ma sono soddisfatta: nella casa e nel giardino sono autonoma ormai. Accarezzo i fiori e le rose, evitando con cura le spine. Domani il giardiniere verrà a fare dei lavori. Sarin afferma che potrebbe farli lei, per lo stipendio che riceve. Sarin…

Le mie dita sfiorano il muretto che conduce alla porta di casa. Cammino velocemente perché conosco bene la strada. A un tratto incontro un oggetto posato sulle piastrelle del bordo. Lo tocco palpeggiandolo. È una mano aperta… Ho un sobbalzo.

“Chi è? Sei Sarin?”

Non ricevo risposta. Tocco ancora: la mano è fredda.

“Nu sacciu chi è ’sta Sarìn.”

È una voce di donna, ha un tono volgare. Ho paura.

“Chi sei?”

“’Ncuffate ’nto divanu e statte zitta.”

Mi spinge contro una panchina di plastica. Cerco di allontanarmi, ma la mano mi stringe il braccio.

“Statte ferma…”

Mi distacco dalla presa ruotando con forza il braccio. La paura mi blocca il respiro. Corro cercando di ricordare la strada verso il cancello. La donna mi raggiunge e mi cinge i fianchi stringendo il suo corpo al mio. Non è alta di statura e ha un fisico tozzo con seni voluminosi.

“Buttana sei, femmena cecata.”

“Ma chi sei? Che vuoi?”

“Chemmelo ridai te il mio Caloggero? Morto è. Te l’hai mazzato.”

“Calogero? Calogero… Li Causi?”

“Vedi femmena chello conosci.”

“Qualcuno l’ha ucciso nel parcheggio del ristorante dove cenavo.”

“A ca’ nun cè stava e vengo acchi. E ci so’ i carabbineri, gli stronzi e te con la buttana. Caloggero mio nun cè sta’ chiù. Te l’hai mazzato.”

“Come faccio se sono cieca? Non so neanche chi è. Ma tu mi hai seguito fin qua a casa?”

“Ecchè voi? Che stò ferma? Io seguo te e la buttana intra a machina, chemme fate incazzà.”

Mi stringe con forza le braccia scuotendomi tutta. Sono terrorizzata e svuotata di ogni energia. Mi sento un oggetto inerme nelle sue mani.

“Chi l’ha mazzato Caloggero? Epparla… Te faccio u culu mu tu teni chi mani.”

Comincia a colpirmi con manate e schiaffi. Mi lascio cadere a terra coprendomi il capo con le mani. I calci mi giungono ai fianchi.

Sento un’auto che frena, la portiera si apre.

“Cora chi è quella donna? Che fai nella nostra casa?”

“Aiuto… Sarin… non riesco a farla smettere.”

La calabrese mi abbandona a terra. Si deve essere avventata contro Sarin ora. Schiaffi e pugni, urla strozzate. Scarpe corrono sull’asfalto inseguite da altre scarpe. Poi il motore di un’auto viene avviato e sento sgommare le ruote.

Sarin mi accarezza i capelli e il volto.

“Come stai, Cora?”

“Adesso bene… mi sento a pezzi. È andata via?”

“È andata via… ma chi era?”

“La moglie di Calogero Li Causi. Quello che hanno ucciso nel parcheggio. È andata a cercare suo marito che non era rientrato a casa. Quindi sapeva che andava alla Locanda delle Marionette, evidentemente per intascare i soldi delle estorsioni.



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